giovedì 28 aprile 2011

Una crostata di mele al giorno toglie il malumore di torno.

Non so da voi ma qui il tempo fa schifo... non piove e non c'è nemmeno il sole. E' una giornata di quelle da noia mortale o da inspirazione poetica.
Io l'ispirazione l'ho avuta e allora ho fatto una crostata che scaccia la noia e mette un pò di buonumore.
Almeno lei sa di primavera.

CROSTATA DI MELE:
Per la frolla:

  • 400g Farina 00;                                          
  • 200g Zucchero semolato;
  • 125g Burro;
  • 3 Uova.;
  • 1 Cucchiaino di lievito per dolci.
Per il ripieno:
  • 2 Grandi mele golden;
  • 50g Zucchero (sarebbe meglio quello di canna, ma io non lo avevo).
Mescolare la farina con lo zucchero e il lievito; aggiungere un uovo alla volta e continuare ad impastare. Per ultimo unire il burro ammorbidito a temperatura ambiente e ridotto a dadini. Impastare ancora sino ad ottenere un composto omogeneo e leggermente appiccicoso. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciar riposare in frigo per almeno 2 ore.
Nel frattempo sbucciare le mele, privarle del torsolo e tagliarle a fettine sottili. Spruzzarle con il succo di limone per evitare che anneriscano.
Riprendete la frolla, stendetela e rivestite uno stampo per crostata precedentemente imburrato. Disponete le fettine di mela col dorso verso l'alto formando delle file ordinate, cospargete con lo zucchero e cuocete a 180 gradi per 35/40 minuti (la frolla deve essere dorata).


Devo dire che con la panna dà il meglio di sè, ma nemmeno con un pò di crema tiepida dovrebbe essere male!
Propongo questa ricetta per il contest di Morena:

lunedì 25 aprile 2011

Liberi tutti!

Questa giornata di festa coincide con una ricorrenza che DEVE essere ricordata e onorata. Quest'insolita coincidenza mi ha portato ad una riflessione sulle tradizioni del nostro paese che in questo giorno ha l'abitudine di vedere grosse compagnie di amici e parenti ritrovarsi in montagna, sui prati o in riva al mare per festeggiare assieme il Lunedì dell'Angelo e che, solo per quest'anno, si ritrova anche ad onorare la memoria di connazionali caduti per garantire la libertà di tutti noi.
Anche la battaglia di quegli italiani durante gli anni '40 partì dalle stesse montagne. dagli stessi prati e dalle stesse spiagge che oggi vedono i discendenti abbuffarsi nella felicità di un giorno di festa.
C'è qualcos'altro che abbia un sapore più vicino a quello della libertà? Un pic-nic lungo una giornata fatto di condivisione e risate?
Secondo me no.

RAVIOLO RUSTICO ALLE CIME DI RAPA:

  • 1 Rotolo di pasta sfoglia pronta;
  • 2 Mazzetti di cime di rapa;
  • 50g di Mandorle pelate;
  • Olio q.b.;
  • Sale q.b.;
  • Pepe q.b.;
  • Tuorlo d'uovo per spennellare;
  • Semi di sesamo per guarnire.
Sbollentate le cime di rapa per pochi minuti, scolatele e fatele saltare in padella con un filo d'olio, sale e pepe.
Fatele intiepidire e nel frattempo stendete la sfoglia, bucherellatene il fondo e su una delle due metà create uno strato di mandorle. Sopra alle mandorle mettete le cime di rapa e ricoprite il tutto con l'altra metà di sfoglia dandogli la forma di un raviolo chiudendone bene il bordo spennellando col rosso d'uovo leggermente sbattuto.
Con lo stesso spennellate anche la superficie e cospargetela con i semi di sesamo. Infortate a 200 gradi per 20 minuti.


Propongo questa ricetta per una serie di contest (tanti piccioni con una rapa :) ):
















domenica 24 aprile 2011

C.B.C.R. (Crescia bene che ripasso)

La Pasqua è sempre stata tra le festività la mia preferita, non tanto per questioni di elevazione spirituale quanto più per motivazioni strettamente terrestri (molto più immediate e facili alla comprensione); detto in parole povere: se magna! E non che questo non si faccia a Natale, quando il tutto si riduce ad una maratona gastronomica di 2 settimane che vede sempre la fine nella vittoria della bilancia su un povero fegato impaurito, ma perchè io amo (nel senso stretto del termine) la carne di agnello!
Mi piace fritta, alla brace, al forno, in padella, mi piace talmente tanto che la mangerei anche cruda; e poi adoro la colazione di Pasqua (usanza tipica della mia terra natale) dove i salumi fanno da padroni e i formaggi trovano la loro massima realizzazione in quella che noi reatini chiamiamo "Pizza al formaggio" ma che in italiano dovrebbe chiamarsi "Crescia" .

CRESCIA AL FORMAGGIO A MODO MIO:
La ricetta originale prevede l'uso del  solo Pecorino fresco.




  • 500g Farina 00;
  • 7g Lievito secco;
  • 100g Olio evo;
  • 4 Uova;
  • 150g Latte;
  • 1 Cucchiaino di zucchero,
  • 1 Cucchiaino di sale;
  • 100g Parmigiano grattugiato;
  • 50g Provolone dolce a dadini;
  • 50g Provolone piccante a dadini;
  • 50g Pecorino fresco a dadini;
  • Pepe nero q.b;
  • Burro q.b.
Fate intiepidire il latte e fateci sciogliere il cucchiaino di zucchero; setacciate la farina col lievito, il sale, il Parmigiano. Versateci il latte tiepido e mescolate amalgamando bene il tutto. Unite un uovo per volta continuando sempre ad impastare assicurandosi che l'impasto sia omogeneo. Terminate le uova unite il pepe , l'olio e  incorporate bene i formaggi continuando sempre ad impastare.
Lasciate lievitare ad una temperatura di circa 30 gradi per almeno 2 ore (deve raddoppiare in volume).
Nel frattempo imburrate uno stampo cilindrico ( se lo avete io,non avendolo, ho usato una tortiera) e ricopritelo di carta da forno. Metteteci l'impasto ( niente paura se risulta unto e un pò appiccicoso è così che deve essere) e ungetene la superficie con un pò di burro fuso.
Scaldate il forno a 200gradi e, prima di infornare, inumiditene le pareti e mettete una ciotola di acqua fredda nella parte più bassa.
Lasciate cuocere la crescia per almeno 1 ora e controllatene costantemente la cottura: la superficie tende ad imbrunire in breve tempo ma la cottura completa richiede il tempo minimo di un' ora (anche in questo caso vale la prova dello stecchino)


Ah quasi dimenticavo: BUONA PASQUA A TUTTI! ( e salutatemi l'abbacchio!)

Ho ricevuto un invito troppo allettante e quindi propongo questa mia ricetta per il contest di Tina:

http://tina.giallozafferano.it/2011/04/18/two-gust-is-megl-che-one-il-mio-primo-contest/

sabato 23 aprile 2011

La gallina ha fatto l'uovo e l'uomo ci ha fatto la pasta.

Ultimamente non ho molta voglia di mangiare pasta e la motivazione non riesco a trovarla; devono essere stati gli anni di università in cui l'esigenza di risparmiare sul tempo e sul budget imponeva pasta sia a pranzo che a cena (quasi sempre al pesto).
Deve avermi annoiato come succede per tutti i gesti la cui ripetitività finisce per diventare abitudine e scadere nella banalità della noia; allora finisco per inventarmi sperimentazioni culinarie che portino un tocco di originalità ad un piatto che. data la mia italica origine, non posso omettere dalla mia tavola. Quindi provo formati di pasta particolari o tipologie ottenute da farine diverse, ma la mia preferenza ricade sempre sulla pasta all'uovo e nemmeno per questo c'è un vero e proprio motivo; sarà che la trovo più saporita e che riesco ad abbinarla meglio ai miei sughi sperimentali...boh!
Comunque questa volta devo dire che l'esperimento è perfettamente riuscito!

GARGANELLI ALL'UOVO CON PESTO DI MELANZANE, NOCI E RICOTTA AFFUMICATA:
  • Garganelli all'uovo;
  • Melanzane;
  • Gherigli di noce;
  • Ricotta affumicata;
  • Olio;
  • Sale;
  • Pepe.
Lavare le melanzane e cuocerle intere in forno a 120 gradi per almeno 1 ora (quest'operazione consentirà di sbucciarle con maggiore facilità. Sfornatele, fatele intiepidere e sbucciatele. Tagliatele a dadini e mettetele ne bicchiere del mixer assieme ai gherigli e la ricotta affumicata ridotta anch'essa a dadini. Aggiustate di sale e pepe e frullate aggiungendo olio a filo fino ad ottenere una consistenza cremosa.
Cuocete la pasta e scolatela al dente. In una padella capiente fatela saltare col pesto preparato per qualche minuto.
Servite guarnendo con scaglie di ricotta affumicata e gherigli tritati grossolanamente.


Propongo questa ricetta per il contest di "Primo piatto quasi fatto!":

venerdì 22 aprile 2011

... per non perdere la tenerezza...

Preferisco di gran lunga il salato al dolce, forse perchè non amo molto il sapore dello zucchero e tutto quello che ne contiene una grossa quantità mi sa solo di zucchero.
Ma la primavera ha risvegliato nel mio animo un'insolita voglia di tenerezza che mi spinge a sperimentare creazioni dolci che riempiono la casa di quell'odore che sa di buono, d'infanzia e di merende in compagnia sotto il sole primaverile sul campo di grano della mia nonna...

CAKE ALLE FRAGOLE:

  • 500g Fragole fresche;                                 
  • 300g Farina integrale;
  • 200g Farina Manitoba;
  • 1 Bustina di lievito vanigliato;
  • 150g Zucchero semolato;
  • 1 Bustina di vanillina;
  • 3 Uova;
  • 1 Pizzico di sale;
  • Latte q.b;
  • Olio di semi q.b.
Ridurre le fragole a spicchi sottili e metterle in congelatore; intanto montate i tuorli con lo zucchero e unite le 2 farine setacciate con il lievito e mescolare bene il tutto. A parte, montate gli albumi a neve con 1 pizzico di sale e la vanillina, uniteli al composto e mescolate dal basso verso l'alto amalgamando bene tutto. Unite poco olio di semi e incorporatelo bene al composto; qual'ora questo dovesse risultare troppo denso unite tanto latte quanto basta perchè raggiunga la consistenza di una crema.
Togliete le fragole dal freezer ed incorporatele al composto (il tempo che hanno trascorso in frigo dovrebbe assicurarvi che non si depositino sul fondo della torta).
 Versate il tutto in una teglia imburrata ed infornate a 180 gradi per 35/40 minuti (vale il test dello stecchino!)


Già che ci sono le fragole di mezzo:

lunedì 18 aprile 2011

Magnemo a poenta ciò!

Per non rinnegare la mia metà polentona ripropongo il piatto cardine della tradizione gastronomica veneta condito alla mia maniera (che di nordico ha ben poco, ma d'altra parte, la metà terronica si fa sempre sentire!)

POLENTA CON SUGO DI POMODORI SECCHI E ACCIUGHE:
Per 5 persone:

  • 500g Farina di mais;
  • 2l Acqua fredda;
  • 1 Cucchiaio di sale grosso;
  • 7/8 Pomodori secchi;
  • 4/5 Acciughe sott'olio;
  • 1 Spicchio d'aglio tritato;
  • 2 Bicchieri di passata di pomodoro;
  • Olio;
  • Origano secco.
Prendete una pentola capiente, versateci i 2l d'acqua, la farina ( mettendola subito si evita la formazione di grumi, trucchetto della nonna) e il sale. Portate ad ebollizione e mescolate costantemente fino a quando la polenta non sarà così densa da staccarsi dalle pareti della pentola. Ci vorranno circa 30/40 minuti e tanto olio di gomito.
Intanto preparate il sugo: fate imbiondire lo spicchio d'aglio in un pò d'olio, aggiungete le acciughe e lasciatele cuocere fino a farle sfaldare. Unite i pomodori precedentemente fatti rinvenire in acqua tiepida e ridotti a listarelle, e lasciateli saltare per qualche minuto. Aggiungete la passata e l'origano fresco e lasciate cuocere a fuoco basso per circe 15 minuti. Aggiustate di sale se necessario.
Servite la polenta su piatti individuali condita col sugo preparato.


Essendo un piatto legato alla tradizione della terra che ha dato i natali a tutta la mia famiglia materna da più di 150 anni propongo questa "polentona" per il contest di "Farina, lievito e fantasia":


Ed essendo a base di mais la propongo per la raccolta della "Massaia canterina":


giovedì 14 aprile 2011

Oh mia bella mora no non mi lasciare!

Come si fa a... non partecipare al contest proposto dall'omonimo blog???? Sapendo inoltre che c'è in palio la colazione per tutto l'anno offerta da un'azienda che letteralmente adoro come la Rigoni Asiago???



E allora eccomi qua!
MEDAGLIONI DI FROLLA INTEGRALE ALL'OLIO CON CUORE DI MORA DI ROVO:


Per la frolla:

  • 200g Farina integrale;
  • 150g Farina 0;
  • 3 Uova;
  • 120g Zucchero;
  • 1/2 Bicchiere d'olio.
  • 1 Cucchiaino di lievito vanigliato;
Mescolare bene tutti gli ingredienti unendo per ultimo l'olio; lavorare finchè non si ottiene un impasto non troppo morbido che non si appiccichi alle dita. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare in frigo per almeno un'ora.

Per il ripieno:
  • Marmellata alle more di rovo "Fior di frutta" di Rigoni Asiago.


Riprendere l'impasto, stenderlo in una sfoglia non troppo sottile e ricavarne tanti dischetti con un bicchiere.
Mettere un cucchiaino di marmellata al centro di un dischetto e ricoprirlo con un altro assicurandosi di chiudere bene i bordi. Cuocere in forno caldo a 170 gradi per almeno 20 minuti ( la superficie non deve rompersi, controllate quindi la cottura di tanto in tanto).


mercoledì 13 aprile 2011

Un rombo non fa primavera.

 Tra un pò invece delle rondini ad annunciar primavera arriveranno i gabbiani a gracchiare tutta la potenza dell'estate.
Ma io nella primavera ci credo ancora e spero sempre nei suoi colori tenui e i suoi profumi delicati.

ROMBO CON PESTO DI POMODORI SECCHI E PATATE:



Per le quantità regolatevi in base al numero dei commensali.
  • Filetto di rombo;
  • Pomodori secchi sott'olio;
  • Capperi;
  • Patate;
  • Sale;
  • Timo secco;
  • Pepe bianco;
  • Olio EVO.
Ungete i filetti di rombo con un filo d'olio; salateli uniformemente, pepateli a piacimento e cospargeteli con un pò di timo.
Sgocciolate i pomodori e dissalate i capperi. Pelate le patate e tagliatele a rondelle; sbollentatele in acqua salata per 5 minuto così da ammorbidirle leggermente.
Mettete nel mixer i pomodori secchi, i capperi e qualche rondella di patate e frullate il tutto ottenendo una sorta di crema (se dovesse risultare troppo densa aggiungete olio, in caso contrario patate) con cui cospargerete i filetti di rombo precedentemente posti su una teglia foderata di carta da forno. 
Coprite i filetti con le patate a rondelle, irrorate con un filo d'olio, salate e pepate; cuocete il tutto a 180 gradi per 30/40. Trascorso questo tempo passate sotto il grill fino ad ottenere la doratura desiderata.

lunedì 11 aprile 2011

Studente a vita.

Io studentessa lo sono ancora e di questo passo lo sarò per sempre.

CALAMARATA CECI,TONNO E ROSMARINO:
Per 4 studenti affamati

  • 500g Calamarata Garofalo;
  • 400g Ceci in scatola;
  • 300g Tonno sott'olio;
  • 1/2 Cipolla tritata;
  • 1 Rametto di rosmarino;
  • Sale q.b.;
  • Olio q.b.
Soffriggere la cipolla in un pò d'olio per qualche minuto; aggiungere il tonno sgocciolato e lasciarlo colorire leggermente. Unire i ceci scolati con mezzo bicchiere d'acqua e gli aghi di rosmarino. Far evaporare e salare a piacere. 
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolarli al dente e saltarli in padella col condimento preparato. Servire con un filo d'olio a crudo.

Consiglio da studentessa senza fondo:
Qual'ora dovesse avanzare (cosa davvero improbabile a casa mia) il giorno dopo si può ravvivare il tutto trasformandola in una fantastica pasta fredda ravvivandola con maionese a piacere!
(che bella porcata!)


















Propongo questa pasta "leggerina" per il contest de "Il Pomodoro rosso":

domenica 10 aprile 2011

Se io fossi, sarei...

Ci ho pensato molto, ho chiesto in giro e ognuno mi ha detto una cosa diversa. Ho pensato di fidarmi del consiglio di chi mi conosce meglio, di chi amo di più. Ma poi, come al solito, ho fatto di testa mia.

Se io fossi sarei sicuramente un qualcosa di uso comune, qualcosa che si è talmente abituati ad avere davanti agli occhi che si finisce per darlo per scontato, ma che sicuramente non mancherà mai : una pizza mi son detta!
Se io fossi sarei sicuramente un qualcosa dal sapore forte, di quei sapori che si amano follemente al primo assaggio o che ci disgustano solo al ricordo. 
Salata, sì, la dolcezza non è che mi caratterizzi poi tanto; agrodolce forse è meglio, in fondo dipende dalle situazioni. I pomodori secchi rendono perfettamente l'idea.
Se io fossi sarei un qualcosa di piccolo che si adatta tutto sommato ad ogni abbinamento e che dà il suo meglio se si è capace di lavorarlo, di estrarne la parte più preziosa, il succo. Un'oliva, sì proprio un'oliva.
Se io fossi sarei un odore non catalogabile, gradevole, ma non pungente. L'origano, che poi è l'erba aromatica che preferisco.



PIZZA CON POMODORI SECCHI SICILIANI E OLIVE GRECHE:
  • Farina;
  • Acqua;
  • Sale;
  • Lievito di birra;
  • Pomodori secchi;
  • Olive nere greche;
  • Origano fresco;
  • Olio.
Sciogliete il lievito in acqua tiepida; setacciate la farina con un cucchiaino di sale, formate la fontana e al centro versate il liquido col lievito. Amalgamate bene e aggiungete tanta acqua quanto basta per ottenere un impasto omogeneo che non si attacchi alle dita. Lasciatelo riposare coperto e al caldo fino al raddoppio.
Fate rinvenire i pomodori secchi in acqua tiepida.
Riprendete l'impasto e lavoratelo per qualche minuto, poi stendetelo dandogli la forma di una pizza (io non amo la pizza sottile). 
Ungete leggermente la superficie della pizza metteteci sopra i pomodori secchi, le olive e una generosa manciata di origano tritato. Irrorate con un filo d'olio e cuocete in forno caldo a 180 gradi  per circa una ventina di minuti.

Propongo questa versione commestibile di me per il conte di Juls' Kitchen e macchine alimentari (www.macchine-alimentari.it):


giovedì 7 aprile 2011

Mare profumo di mare...

Con questa insolita calura estiva la mia astinenza da mare non mi lascia tregua.


PICI DEL PESCATORE:

  • Pici senesi (pasta fresca);
  • Gamberi;
  • Tonno fresco;
  • Salmone fresco;
  • Dentice fresco;
  • Seppioline;
  • Calamari;
  • Brodo di pesce;
  • Prezzemolo tritato;
  • Aglio tritato;
  • Vino bianco;
  • Olio;
  • Sale;
  • Pepe bianco;
Vi consiglio vivamente di farvi pulire e sfilettare il pesce dal pescivendolo: risparmierete tempo e pazienza. 
In una capiente padella dai bordi alti fate soffriggere l'aglio prestando attenzione che non si bruci, unite le seppie e i calamari ridotti a pezzettini e qualche mestolo di brodo (regolatavi nel numero di mestoli a seconda della quantità di pesce) e lasciateli cuocere il tempo necessario. Fate evaporare completamente il brodo, unite i filetti di pesce ridotti ad ordine in quest'ordine a due minuti circa l'uno dall'altro : prima il salmone, poi il dentice e poi il tonno; unite i gamberi sgusciati (io li preferisco "vestiti" ma così sono indubbiamente più "comodi"), fumate col vino e portate a cottura.
Lessate la pasta in acqua salata, scolatela al dente e saltatela in padella con il condimento aggiungendo il prezzemolo tritato e il pepe bianco secondo i vostri gusti (io ci ho messo anche un pò di peperoncino!).
Regolate di sale se necessario e servite.

martedì 5 aprile 2011

Ricetta materna.

La mia passione per la cucina mi è stata sicuramente trasmessa dalla mia nonna paterna, generosa fabbricatrice di nutrienti e gustosi pasti epocali,  e da mio nonno materno, curioso sperimentatore di sfiziose e ardite ricette.
Ma i risotti di mia madre, questo è certo, non hanno rivali.

RISOTTO CON I BRUSCANDOLI (specie di asparagi selvatici):

  • Cipolla tritata;                                    
  • Riso;
  • Bruscandoli;
  • Brodo vegetale;
  • Parmigiano,
  • Olio q.b.;
  • Sale q.b.
Rosolate la cipolla in poco olio e lasciatela appassire con qualche mestolo di brodo. Aggiungere i bruscandoli e coprirli di brodo. Lasciar cuocere fino a che non risultino morbidi. Aggiungere il riso e portare a cottura unendo di tanto in tanto il brodo caldo. A cottura ultimata aggiustare di sale e mantecare con abbondante Parmigiano grattugiato. 


Partecipo con questa ricetta al contest di " Spelucchino": 




lunedì 4 aprile 2011

Il polpo solitario.

Solitario è l'aggettivo che più si addice a questo piatto e ultimamente anche a me.



POLPO CON PATATE E UVETTA:
Per 1 Persona:
  • 1 Polpo piccolino;
  • 1 Patata grossa o 2 piccole;
  • 1 Manciata di uvetta;
  • 1 Costa di sedano;
  • 1 Carota;
  • 1 Filo d'olio;
  • Prezzemolo tritato q.b.;
  • Sale q.b.
Riempite una pentola con abbondante acqua; unite il sedano e la carota e portate a bollore. Prendete il polpo pulitelo e battetelo con violenza su un piano. Prendetelo per la testolina ed immergete i tentacoli facendoli arricciare, poi immergete il resto. Lasciate cuocere per un'ora almeno.
Per verificarne la cottura  pungetelo con una forchetta: se entrerà facilmente e velocemente il polpo sarà cotto e morbido al punto giusto.
Mentre bollite il polpo pelate le patate e riducetele a dadini; 15 minuti prima dello scadere dell'ora di cottura unite le patate che devono lessarsi ma non diventare troppo morbide.
Ammorbidite l'uvetta in acqua tiepida, scolatela e strizzatela.
Scolate il tutto, eliminate la carota e il sedano e mettete da parte le patate; tagliate il polpo a pezzettini, unite le patate, l'uvetta, il prezzemolo e condite con un filo d'olio e sale a piacere.